Virginia Woolf e i suoi due grandi amori

Adeline Virginia Woolf è stata una scrittrice, saggista e attivista nata il 25 gennaio 1882 a Londra. Da bambina era arguta, colta e molto sensibile.

Scrivere era il suo modo di capire con più chiarezza i suoi sentimenti e, così facendo, di gettare luce nei sentimenti di ognuno.

Nonostante la sua grandezza letteraria e la stesura del suo primo racconto, “The Voyage Out”, Virginia continua ad avere numerose crisi psichiche ed è colpita da una grande depressione da cui fatica a riprendersi e che la portano a un tentativo di suicidio.

I cambiamenti d’umore così estremi la accompagnarono per tutta la vita. Ma qualunque fosse il suo umore, Virginia scriveva sempre. Teneva un diario, scriveva poesie, romanzi, recensioni.

C’era una persona che Virginia amava quanto la scrittura: Leonard, teorico politico, che sposò nel 1912.

Virginia e Leonard erano veramente felici insieme, ma a volte la depressione di Virginia le rendeva difficile provare gioia.

Nel 1927 scrive “Gita al faro”, considerato dalla critica come uno dei romanzi più belli di Virginia Woolf Woolf. Gita al faro sembra l’autobiografia della romanzista, infatti, i sette protagonisti del libro sembrano rappresentare Virginia e i suoi fratelli alle prese con le vicende quotidiane.

Un anno dopo realizza “l’Orlando”, in cui si narra la storia di Victoria Sackville-West. In questo periodo l’autrice milita nel movimento femminista inglese, battendosi per il suffragio femminile.

Molto del suo lavoro fu auto-pubblicato attraverso la Hogarth Press, fondata da lei e dal marito Leonard.

La sua reputazione ebbe un forte calo dopo la seconda guerra mondiale, ma la sua fama aumentò nuovamente con l’aumento della critica femminista negli anni settanta.

Colpita ancora una volta dalle sue crisi depressive, che diventano via via più acute, non riesce a vivere momenti di serenità. Il 28 marzo 1941, a Rodmell, Virginia Woolf decide di porre fine alla sua esistenza, suicidandosi per annegamento nel fiume Ouse, non lontano dalla sua abitazione e lasciando una lettera toccante a Leonard.

‘Carissimo,

sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai, lo so. Vedi, non riesco neanche a scrivere come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi, saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.”

Giada F., III F

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