Giacomo Leopardi: eroe o antieroe per i giovani?

Giacomo Leopardi nacque nel 1798 a Recanati, figlio del conte Monaldo e Adelaide Antici. E’ stato uno dei più grandi rappresentanti del Romanticismo (vasto e complesso movimento culturale in opposizione agli illuministi che rivalutava la fantasia, il sentimento, la passione, la libertà d’azione e di pensiero del singolo individuo).

Crebbe in un ambiente chiuso di provincia della quale sentì sempre l’oppressione aggravata dall’indifferenza dei genitori. Trascorse il periodo tra i 10 e i 17 anni sui libri. Questo studio “matto e disperatissimo” gli creò gravi problemi di salute.

 

Cambiò casa molte volte a causa delle poche idee. L’ultima città che visitò fu Napoli, dove morì. Leopardi era un sognatore ad occhi aperti, tormentato da una profonda crisi interiore.

La formazione del sé che caratterizza il periodo tra l’adolescenza e la maturità per Leopardi fu traumatico, in quanto lui era convinto che la Natura fosse non madre benigna ma crudele, malvagia che illude e disillude non mantenendo così le sue promesse.

 

E’ certamente la narrazione del primo amore giovanile ad affascinare i giovani che proprio a questa età stanno sperimentando le prime esperienze amorose legate alla fase dell’innamoramento. La poesia “A Silvia”  diviene  il simbolo dell’amore giovanile fatto di sguardi “ ridenti e fuggitivi “ mentre la sua amata “ lieta e pensosa il limitar di gioventù “ saliva.

Oggi nessuno vuole più essere considerato romantico e sentimentale: il mondo freddo  nel quale ormai siamo costretti a vivere, impone di essere dei “duri” per non soccombere alla violenza delle nostre città dove sembra essere in atto una guerra di tutti contro tutti .

Non dobbiamo soffocare i sentimenti per paura di essere giudicati dei rammolliti; purtroppo i ragazzi vogliono apparire spregiudicati e pronti a tutto pur di essere accettati dal gruppo.

Giacomo Leopardi piace tanto ai giovani perché egli è l’antieroe per eccellenza per la sua avanzata miopia, per il suo fisico malaticcio e la sua gobba, per il suo modo di essere introverso e solitario; eppure la sua statura umana e poetica è immensa e tutto ciò non sfugge ai giovani e li fa sperare che anche loro, con tutti i loro limiti, ce la possono fare. Giacomo viene così percepito come un eroe che, nonostante tutti i suoi problemi di salute, familiari e relazionali, non ha mai accettato compromessi né ha ceduto alla volontà di chi voleva per lui un destino diverso. Un eroe dunque per i giovani che lo hanno preferito ai moderni eroi che combattono con spade infuocate perché Giacomo può insegnare a tutti noi che è giusto coltivare i propri sogni e lottare per la loro realizzazione.

Egli ha preferito combattere la sua battaglia con la parola vincendo così la sfida contro il tempo. 

Leopardi è spesso frettolosamente giudicato come pessimista e sfortunato. Fu invece un giovane uomo affamato di vita, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e di lottare per affermarla. Nella sua vita e nei suoi versi si trova energia vitale. E ne trae lo spunto per rispondere ai tanti interrogativi che da molti anni si sente rivolgere dai noi ragazzi, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso profondo del vivere. Domande che non hanno risposte semplici…

Leopardi ha trovato nella poesia la sua ragione di vita, e noi? Qual è la passione in grado di farci sentire vivi in ogni momento della nostra esistenza ? Quale bellezza vogliamo manifestare nel mondo, per poter affermare alla fine che nulla è andato sprecato?

Alessandra e Thomas P. III H

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