A capo e nel cuore della scuola: intervista ad Andrea Ventura, dirigente scolastico

Abbiamo pensato che il primo laboratorio del nostro giornalino scolastico per entrare nel vivo del cuore della scuola, dovesse porre alcune domande al nuovo dirigente scolastico del nostro istituto per conoscerlo un po’ meglio. Queste le sue risposte:

  • Da quanto tempo è dirigente scolastico?
    Sono dirigente scolastico dal 30.06.2014
  • Che cosa faceva prima?
    Insegnavo Lettere alla scuola secondaria di primo grado
  • Cosa le ha fatto scegliere la sede di Lacchiarella e Zibido?
    L’assegnazione delle sedi è un’operazione amministrativa complessa che mi sforzerò di semplificare. Viene infatti operata dal Direttore Scolastico Regionale, tenendo conto delle preferenze espresse ma rigorosamente rispettando una graduatoria. Ciò detto i nostri due bei paesi sono a metà strada tra Pavia e Milano e hanno delle buone scuole.
  • Cosa ha trovato nella scuola, che impressione ha avuto del nostro istituto?
    Il nostro istituto è molto grande, cari ragazzi: siamo sui 1800 alunni… Molto grande e molto complesso a livello organizzativo. L’impressione è stata buona, perchè ho conosciuto molte persone in gamba, desiderose di collaborare e confrontarsi. Ho trovato una scuola già avviata e strutturata e di questo ringrazio chi mi ha preceduto e chi è sempre rimasto a portare avanti le “cose”.
  • Come si trova?
    Mi trovo bene, sempre alle prese con il tempo che sfugge, ma sicuro che stiamo tutti insieme portando avanti la crescita del nostro istituto.
  • Cosa le piacerebbe realizzare? Quali obiettivi si è proposto per questo e per i prossimi anni
    S’enz’altro è necessario continuare il cammino intrapreso. Non riesco a pensare ad un istituto comprensivo se non in termini di unità tra i diversi ordini di scuola, anche perché è questo il senso del primo ciclo. Ci credo davvero, perchè coincide, tra l’altro, con la mia carriera professionale; mi piacerebbe fosse un grande obiettivo. Siamo tre ordini di scuola diversi, ma ciò che è più importante è che realizziamo un percorso formativo che va dai 3 ai 13 anni: è una grandissima scommessa che non può non essere vista se non in termini di comunità di intenti.
  • Cosa vorrebbe dire ai ragazzi?
    Ragazzi, la scuola è una straordinaria opportunità: di crescita e di realizzazione. Ed è una scommessa: ciascuno sul proprio percorso personale, sulle proprie capacità, sul vincere le sfide, sul realizzare (perché no?) qualche sogno. Sfruttateli bene questi anni. Lo dico soprattutto ai più grandicelli, giocatevela fino in fondo, giocatevi il vostro ruolo di studenti, con impegno. Lo so, le difficoltà ci sono e ci saranno, i giorni sì e quelli no, i momenti in cui vi sembrerà che vi crolli tutto addosso: non abbiate paura: non siete soli.
  • E alle famiglie?
    Nella società complessa di oggi la scuola e famiglia non sono più i soli contesti educativi in cui si trovano a crescere i nostri ragazzi. A volte ci troviamo ad essere spiazzati, ma dovremmo essere noi le principali agenzie educative in cui crescono i nostri ragazzi. Questo ci impone una necessaria alleanza, una necessaria collaborazione, nell’intento comune di costruire un percorso comune. Viviamolo responsabilmente questo ruolo. E il cammino si farà camminando…

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