U.S. NAVY SEALS

Ciao siamo Alessandro, Riccardo e Samuele, scrittori-giornalisti  alle prime armi… 😎 Oggi vi parleremo dei soldati dei reparti speciali americani: i navy seals. Noi abbiamo scelto questo argomento perché nutriamo grande rispetto per  il pericoloso lavoro che svolgono e la devozione alla propria patria.

Il loro simbolo raffigura l ‘ aquila con: tridente,  pistola (a pietra focaia) e àncora.

La loro dotazione comprende armi molto potenti, tra cui un mitragliatore Mp50,  P226, Bushmaster , Glock,  Big saler e tante altre armi molto potenti che sanno utilizzare solo loro perché sono specializzati in materia.

Nati nel Gennaio del 1962 per ordine del ex presidente degli stati uniti John F. Kennedy i navy seals derivano dai reparti UDT underwater demolition team, già operativi nella seconda guerra mondiale e nella guerra di corea nel 1950.

La squadra dei Navy Seals è formata da circa 600 uomini divisi in 10 team a cui ogni gruppo viene attribuito un nome del tipo “SEALS  TEAM  8”. Ciascun tipo è specializzato per operare in ambienti diversi… foresta, subacqueo, ecc. Ma, in realtà, sono addestrati a fronteggiare qualunque situazione e sono interscambiabili.

Gli allievi, già fortemente selezionati, frequentano un corso base di 26 settimane chiamato Bud/S, tra i più duri del mondo con una percentuale di rinunce pari all’80 %. Successivamente gli allievi si allenano per altre 50 settimane con addestramenti principalmente anfibi.

            

I navy seals uccisero Osama Bin laden con l’operazione nome in codice Neptune spear. Esistono tiratori scelti, i combattenti terra, piloti di aerei. Tutti sono esperti nelle operazioni anfibie e, infatti, tra loro si definiscono scherzosamente “foche della marina”.

Noi ragazzi giochiamo molto spesso coi videogiochi che simulano i combattimenti della guerra, ma abbiamo fatto una riflessione e abbiamo capito che c’è grande differenza tra il gioco..finzione e…guerra reale.

Se sei un navy seals, se sei arrivato fin là,  sai che nessuno ti ha obbligato a farlo… e devi sapere che non è scontato tu possa ritornare a casa. Mentre, nei videogiochi muori,  ti rialzi,  non corri alcun pericolo: è tutto virtuale e sai che puoi staccare da un momento all’altro.  Nella vita reale non c’è il “tasto reset”… e durante i combattimenti puoi  morire! E non si ricomincia da capo, perché quella è la dura realtà.

Alessandro, Riccardo e Samuele passo e chiudo. 🙂

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